sabato 13 dicembre 2008
mercoledì 10 dicembre 2008
Note di notte
Note di Notte
La notte oggi suona
le sue note migliori :
Preludio,
Nastro d’Argento
cinge il suo sogno.
La notte oggi canta
le sue pause più lunghe :
Sinergia,
Luce pulsante di Corpi Celesti
avvolge il suo silente pensiero.
La notte oggi parla
i suoi idilli poeti:
Lirica,
un alfabeto perfetto e sublime
si cuce sulla bocca
del Mortal Dormiente.
La notte oggi balla
i suoi sinuosi passi :
Sincronia,
Ninfa Silvestre
avvolta in nastri e violacciocche
si muove
su punte di piedi
e …
tange la terra.
Sto lì !
La notte oggi suona
le sue note migliori :
Preludio,
Nastro d’Argento
cinge il suo sogno.
La notte oggi canta
le sue pause più lunghe :
Sinergia,
Luce pulsante di Corpi Celesti
avvolge il suo silente pensiero.
La notte oggi parla
i suoi idilli poeti:
Lirica,
un alfabeto perfetto e sublime
si cuce sulla bocca
del Mortal Dormiente.
La notte oggi balla
i suoi sinuosi passi :
Sincronia,
Ninfa Silvestre
avvolta in nastri e violacciocche
si muove
su punte di piedi
e …
tange la terra.
Sto lì !
martedì 9 dicembre 2008
Recensione libro "Come segmenti d'anima..." di Sabrina Tortato
E' da oggi disponibile la recensione del libro "Come segmenti d'anima..." della Dott.ssa in filosofia Sabrina Tortato.
“ Come segmenti d’anima…” è stato definito viaggio interiore. Fin da una prima lettura si può notare quanto la ricerca di Mery Nordio abbia un suo fascino remoto, ma si potrebbe anche subito obiettare che in fondo non è che l’eco di avvenimenti già spenti, riflessioni scomode che riportano il suono di fenomeni ( Voli, Viaggi, Migrazioni…) che ci circondano come domande che diamo per scontate non aver risposte … domande che non ci poniamo più … che non sappiamo, non vogliamo più porci ( Divagazioni ). Un faticoso viaggio che , dunque, è già ritorno se la meta dell’autrice fosse nel suo risvegliarsi/ci , o in quel riuscire comunque ancora a cullarci, parola dopo parola, nella speranza che, per una volta, la sua risposta tornerà banale e noi potremo restare avvolti nel suo “mare Nettuno”. No. L’obiettivo dell’Autrice è far luce nella scatola nera del Tempo : ritrovare il suo battito antico nella voce oscura ed innocente di una “Madre Terra” che ci accomuna in quanto è il nostro passato. La forza segreta che ha portato ognuno di noi a costruirsi nel presente. Eccoci , inondati da una luce che sentiamo nella musica, farsi più o meno intensa ad illuminare il cammino.
E’ forse allora farsi guida il progetto letterario di Mery Nordio ?
Ancora no . E’ piuttosto l’improvviso capire che la traccia è conservata; è aprire quella scatola nera e scoprire che contiene intatta la nostra forza primigenia; è sentire che non c’è frattura perché questi piccoli segmenti hanno già una loro collocazione; è un parlare a sé stessi nel ritrovarsi separati ed uniti dentro un solo grande “Viaggio”.
L’autrice è Maestra che ha imparato dagli occhi limpidi dei bambini a scorgere le vere ombre ed ora gli occhi che cadono nei suoi versi devono tornare ad educare la propria mente.
Imparare a ( ri )vedere oltre le apparenze ingannevoli dei sensi che pur si devono dominare, oltre lo studio della natura che ci circonda che pur si deve conoscere, scoprire nei più riposti anfratti.
Oltre questo mondo sta quella forza che, se afferrata ci condurrà all’accettazione piena del Nostro Essere. Mery Nordio ci costringe ad alzare la testa, a guardare in alto, e pensare con lucidità e imprime nella nostra anima la tendenza irrefrenabile alla Verità.
Disinteressatamente, perché placati, viviamo sensazioni antiche. Un’altra cosa fa Mery: frena l’impulso egocentrico e narcisistico e da’ voce, nelle sue parole, a ciò che merita, nel significato di ciò che vale, poiché, oggettivamente va oltre il nostro misero giudizio di uomini interessati solo al proprio tempo. Lo Spazio diventa Tempo
comune e noi continuiamo ad uccidere Dio in ogni Uomo che sacrifichiamo alla Storia.
Ma non si deve gridare alcuna Verità; non servono parole terrificanti, altisonanti e Mery non ne usa; ci fa vivere la nascita dell’Idea come nostra, sa creare in noi collegamenti, offrendoci solo punti di riferimento- segmenti – che nella riflessione uniamo spontaneamente a formare un sapere già assimilato; ci educa al gusto di concetti precisi, definiti.
Il sapere non è erudizione eppure c’è subito il gusto del richiamo… ci accomodiamo noi poeti/filosofi al tavolo imbandito. Eccoci qui pronti a conversare con “Pablo” e subito ci accorgiamo che siamo pure seduti accanto a chi non amerebbe affatto le nostre discussioni stilistiche … e non ci proviamo nemmeno a spiegare loro chi è Pablo. Lasciamo ad altri perdersi nel cercare richiami classici, riferimenti filosofici e suggestioni teoretiche. Non inventiamo scomode interpretazioni quando è preoccupazione prima dell’Autrice rendere facile l’assimilazione dei concetti. Non ci sono parti oscure nella cura dei dettagli, sempre che la natura di chi legge sappia uscire dal proprio schema e non rimanga frammento.
La lettura di queste poesie ci fa riflettere su ciò che più amiamo, e tutti amiamo di più qualcosa che conosciamo meglio. Qui sta la forza di Mery : nel suo sapere di aver realizzato qualcosa di buono. Ha certezza che i suoi lettori ameranno di più la Vita e se stessi, come ha fatto ben capire regalando agli spettatori del Recital la lettura di una poesia scritta e a lei dedicata da suoi alunni. E’ in queste parole meglio riassunto quello che l’Autrice ha definito il “Regalo più bello”, questo ciò che la ripaga dei tanti inevitabili dolori e sacrifici. Questo ci insegna, potrà diventare nostro sentire se solo saremo disposti, come è riuscita a fare lei, e condividere il “Regalo più bello”.
La presentazione al Recital subito seguita alla pubblicazione del testo “Come segmenti d’anima…” dobbiamo ricordare è avvenuta in occasione della Presentazione dell’Associazione Minerva, in particolare di un convegno-dibattito sul Merito che la suddetta associazione sta portando avanti da mesi e che troverà prossima realizzazione il 3 Dicembre 2008 all’Auditorium.
“Come segmenti d’anima …” continuano a ruotare incessantemente, i frammenti delle nostre vite in uno Spazio che finalmente li accoglie, in un Tempo che ne è custode saggio e sapiente. Mery Nordio ha trovato la chiave per aprire le porte dell’Anima, un’intuizione che accomuna, come ricerca, tutti i componenti dell’Associazione Minerva , certo una coincidenza significativa e profonda quanto ancor tutta in fieri . L’obiettivo ultimo è varcare le soglie di altri mondi, arrivare ad una visione ultima dell’insondabile! Dopo aver ascoltato “ Come segmenti d’anima…” al pubblico non è stato difficile amare e dar voce a quel piccolo frammento che si accendeva e voleva trovare espressione. Noi, che abbiamo letto e riletto ancora le poesie di Mery ne conosciamo questo valore ultimo (terapeutico) e sapremo proseguire nel suo stesso tempo perché convinti che oggi ci sia bisogno di tali esempi di comunicazione alla socialità: convivere in questo nostro spazio compresso tra civiltà ed umanità alla ricerca di sensazioni spesso irrazionali quanto legate all’effimero ci costringe alla riflessione. Obiettivo che accomuna Mery Nordio ai poeti/filosofi è il suo aiutarci nella costruzione di una Forma mentale capace di affrontare i problemi perché capace di riconoscerli, analizzarli e risolverli. E’ un messaggio che non potevamo non lanciare a voi tutti; limitarci a chiuderlo nella vecchia bottiglia , confidare nel lettore acuto e arguto non ci può bastare; è un appello che abbiamo già più volte espresso ad andare oltre l’opinione comune , alla ricerca della ragione profonda che ci unisce pur tornando a separarci. Terminata le lettura concediamoci di “esser barchetta di carta” accogliamo ed ascoltiamo il nostro silenzio e tentiamo, perché no, di recitarlo insieme.
Sabrina Tortato
“ Come segmenti d’anima…” è stato definito viaggio interiore. Fin da una prima lettura si può notare quanto la ricerca di Mery Nordio abbia un suo fascino remoto, ma si potrebbe anche subito obiettare che in fondo non è che l’eco di avvenimenti già spenti, riflessioni scomode che riportano il suono di fenomeni ( Voli, Viaggi, Migrazioni…) che ci circondano come domande che diamo per scontate non aver risposte … domande che non ci poniamo più … che non sappiamo, non vogliamo più porci ( Divagazioni ). Un faticoso viaggio che , dunque, è già ritorno se la meta dell’autrice fosse nel suo risvegliarsi/ci , o in quel riuscire comunque ancora a cullarci, parola dopo parola, nella speranza che, per una volta, la sua risposta tornerà banale e noi potremo restare avvolti nel suo “mare Nettuno”. No. L’obiettivo dell’Autrice è far luce nella scatola nera del Tempo : ritrovare il suo battito antico nella voce oscura ed innocente di una “Madre Terra” che ci accomuna in quanto è il nostro passato. La forza segreta che ha portato ognuno di noi a costruirsi nel presente. Eccoci , inondati da una luce che sentiamo nella musica, farsi più o meno intensa ad illuminare il cammino.
E’ forse allora farsi guida il progetto letterario di Mery Nordio ?
Ancora no . E’ piuttosto l’improvviso capire che la traccia è conservata; è aprire quella scatola nera e scoprire che contiene intatta la nostra forza primigenia; è sentire che non c’è frattura perché questi piccoli segmenti hanno già una loro collocazione; è un parlare a sé stessi nel ritrovarsi separati ed uniti dentro un solo grande “Viaggio”.
L’autrice è Maestra che ha imparato dagli occhi limpidi dei bambini a scorgere le vere ombre ed ora gli occhi che cadono nei suoi versi devono tornare ad educare la propria mente.
Imparare a ( ri )vedere oltre le apparenze ingannevoli dei sensi che pur si devono dominare, oltre lo studio della natura che ci circonda che pur si deve conoscere, scoprire nei più riposti anfratti.
Oltre questo mondo sta quella forza che, se afferrata ci condurrà all’accettazione piena del Nostro Essere. Mery Nordio ci costringe ad alzare la testa, a guardare in alto, e pensare con lucidità e imprime nella nostra anima la tendenza irrefrenabile alla Verità.
Disinteressatamente, perché placati, viviamo sensazioni antiche. Un’altra cosa fa Mery: frena l’impulso egocentrico e narcisistico e da’ voce, nelle sue parole, a ciò che merita, nel significato di ciò che vale, poiché, oggettivamente va oltre il nostro misero giudizio di uomini interessati solo al proprio tempo. Lo Spazio diventa Tempo
comune e noi continuiamo ad uccidere Dio in ogni Uomo che sacrifichiamo alla Storia.
Ma non si deve gridare alcuna Verità; non servono parole terrificanti, altisonanti e Mery non ne usa; ci fa vivere la nascita dell’Idea come nostra, sa creare in noi collegamenti, offrendoci solo punti di riferimento- segmenti – che nella riflessione uniamo spontaneamente a formare un sapere già assimilato; ci educa al gusto di concetti precisi, definiti.
Il sapere non è erudizione eppure c’è subito il gusto del richiamo… ci accomodiamo noi poeti/filosofi al tavolo imbandito. Eccoci qui pronti a conversare con “Pablo” e subito ci accorgiamo che siamo pure seduti accanto a chi non amerebbe affatto le nostre discussioni stilistiche … e non ci proviamo nemmeno a spiegare loro chi è Pablo. Lasciamo ad altri perdersi nel cercare richiami classici, riferimenti filosofici e suggestioni teoretiche. Non inventiamo scomode interpretazioni quando è preoccupazione prima dell’Autrice rendere facile l’assimilazione dei concetti. Non ci sono parti oscure nella cura dei dettagli, sempre che la natura di chi legge sappia uscire dal proprio schema e non rimanga frammento.
La lettura di queste poesie ci fa riflettere su ciò che più amiamo, e tutti amiamo di più qualcosa che conosciamo meglio. Qui sta la forza di Mery : nel suo sapere di aver realizzato qualcosa di buono. Ha certezza che i suoi lettori ameranno di più la Vita e se stessi, come ha fatto ben capire regalando agli spettatori del Recital la lettura di una poesia scritta e a lei dedicata da suoi alunni. E’ in queste parole meglio riassunto quello che l’Autrice ha definito il “Regalo più bello”, questo ciò che la ripaga dei tanti inevitabili dolori e sacrifici. Questo ci insegna, potrà diventare nostro sentire se solo saremo disposti, come è riuscita a fare lei, e condividere il “Regalo più bello”.
La presentazione al Recital subito seguita alla pubblicazione del testo “Come segmenti d’anima…” dobbiamo ricordare è avvenuta in occasione della Presentazione dell’Associazione Minerva, in particolare di un convegno-dibattito sul Merito che la suddetta associazione sta portando avanti da mesi e che troverà prossima realizzazione il 3 Dicembre 2008 all’Auditorium.
“Come segmenti d’anima …” continuano a ruotare incessantemente, i frammenti delle nostre vite in uno Spazio che finalmente li accoglie, in un Tempo che ne è custode saggio e sapiente. Mery Nordio ha trovato la chiave per aprire le porte dell’Anima, un’intuizione che accomuna, come ricerca, tutti i componenti dell’Associazione Minerva , certo una coincidenza significativa e profonda quanto ancor tutta in fieri . L’obiettivo ultimo è varcare le soglie di altri mondi, arrivare ad una visione ultima dell’insondabile! Dopo aver ascoltato “ Come segmenti d’anima…” al pubblico non è stato difficile amare e dar voce a quel piccolo frammento che si accendeva e voleva trovare espressione. Noi, che abbiamo letto e riletto ancora le poesie di Mery ne conosciamo questo valore ultimo (terapeutico) e sapremo proseguire nel suo stesso tempo perché convinti che oggi ci sia bisogno di tali esempi di comunicazione alla socialità: convivere in questo nostro spazio compresso tra civiltà ed umanità alla ricerca di sensazioni spesso irrazionali quanto legate all’effimero ci costringe alla riflessione. Obiettivo che accomuna Mery Nordio ai poeti/filosofi è il suo aiutarci nella costruzione di una Forma mentale capace di affrontare i problemi perché capace di riconoscerli, analizzarli e risolverli. E’ un messaggio che non potevamo non lanciare a voi tutti; limitarci a chiuderlo nella vecchia bottiglia , confidare nel lettore acuto e arguto non ci può bastare; è un appello che abbiamo già più volte espresso ad andare oltre l’opinione comune , alla ricerca della ragione profonda che ci unisce pur tornando a separarci. Terminata le lettura concediamoci di “esser barchetta di carta” accogliamo ed ascoltiamo il nostro silenzio e tentiamo, perché no, di recitarlo insieme.
Sabrina Tortato
lunedì 20 ottobre 2008
Rassegna stampa comune di Chioggia
E' disponibile sul sito del comune di Chioggia www.chioggia.org una recensione relativa al recital "Come segmenti d'anima..." del 24 ottobre presso l'Auditorium san Nicolò.
giovedì 25 settembre 2008
Il libro "Come segmenti d'anima..." da oggi in vendita
Da oggi 25 settembre è in vendita il libro " Come segmenti d'anima..." presso la Libreria "Il Leggio" di Sottomarina. Puoi anche richiedere il libro presso le altre librerie citando il codice ISBN 88-8320-080-2, oppure consultando direttamente l'autrice madando una e-mail a merynordio@alice.it
venerdì 19 settembre 2008
Parlare d'amore
Parlare d’amore
Non ha senso parlare d’amore :
mi basta seguire la linea sinuosa disegnata dal tuo corpo
sulla pagina illuminata dalla luce dell’alba
ed indugiare sugli angoli nascosti della tua pelle
e fermarmi sui punti nevralgici
dove tutto parte, tutto ha inizio e fine.
Non ha senso raccontare l’amore:
mi basta seguire le note alfabetiche modulate dalle tue labbra
e lasciarmi trasportare dal flauto che poggia sulla tua bocca e suona
ed indugiare sulle languide pause d’eterno fuoco
e fermarmi sugli accenti nevralgici del piacere estremo
dove tutto ha un significato e tutto si compie.
Non ha senso cantare l’amore:
mi basta percorrere le strade tracciate dalle impronte delle tue parole
e lasciarmi guidare da esse
e ancora una volta ripercorrerle a memoria
in un gioco di ricordi e di antiche rimembranze
dove tutto ritorna e tutto trova la sua giusta collocazione.
Arriva l’amore
prima o poi arriva
non si serve di premonizioni
non si serve d’ annunciazione divine
non si serve di sogni e non si nutre di fantasie.
Arriva l’amore
prima o poi arriva
e lasciarsi travolgere
e morire d’esso
è inevitabile!
Non ha senso parlare d’amore :
mi basta seguire la linea sinuosa disegnata dal tuo corpo
sulla pagina illuminata dalla luce dell’alba
ed indugiare sugli angoli nascosti della tua pelle
e fermarmi sui punti nevralgici
dove tutto parte, tutto ha inizio e fine.
Non ha senso raccontare l’amore:
mi basta seguire le note alfabetiche modulate dalle tue labbra
e lasciarmi trasportare dal flauto che poggia sulla tua bocca e suona
ed indugiare sulle languide pause d’eterno fuoco
e fermarmi sugli accenti nevralgici del piacere estremo
dove tutto ha un significato e tutto si compie.
Non ha senso cantare l’amore:
mi basta percorrere le strade tracciate dalle impronte delle tue parole
e lasciarmi guidare da esse
e ancora una volta ripercorrerle a memoria
in un gioco di ricordi e di antiche rimembranze
dove tutto ritorna e tutto trova la sua giusta collocazione.
Arriva l’amore
prima o poi arriva
non si serve di premonizioni
non si serve d’ annunciazione divine
non si serve di sogni e non si nutre di fantasie.
Arriva l’amore
prima o poi arriva
e lasciarsi travolgere
e morire d’esso
è inevitabile!
Rose
Rose
Avvolte e richiuse
in velluto scarlatto
profumate ed inebrianti
delicate e fiere
a significare dell’amato
l’ardore di una richiesta
spudorata ed indecente
Rose
rosse di sangue carminio e peccaminoso
bianche di candido velo virgineo
gialle di ardente passione gelosa
rosa di celato detto e non detto
blu di notte lunga e sensuale
in mazzi le raccogli e le porgi
in un vocabolario distinto e preciso
che parla d’amore
che parla di desideri
che parla di passioni
Attento
spine infingarde
si celano
là dove la mano le coglie e le porge
a ricordarti
del peccato la condanna !
Avvolte e richiuse
in velluto scarlatto
profumate ed inebrianti
delicate e fiere
a significare dell’amato
l’ardore di una richiesta
spudorata ed indecente
Rose
rosse di sangue carminio e peccaminoso
bianche di candido velo virgineo
gialle di ardente passione gelosa
rosa di celato detto e non detto
blu di notte lunga e sensuale
in mazzi le raccogli e le porgi
in un vocabolario distinto e preciso
che parla d’amore
che parla di desideri
che parla di passioni
Attento
spine infingarde
si celano
là dove la mano le coglie e le porge
a ricordarti
del peccato la condanna !
giovedì 18 settembre 2008
Testamento
Testamento
Voglio essere albero.
Fammi rinascere albero o Spirito Divino.
Lascia che la polvere misera del mio putrefatto corpo
ritorni sotto forma di albero.
Lo voglio robusto e forte
in mezzo alla prateria
di un mondo piano e verde.
Lo voglio con la testa alta e fiera
dove i capelli dei rami possano fluttuare al vento
e colorarsi di foglie e fiori e frutti.
Lo voglio con i piedi saldi
e le radici delle dita ben piantate al suolo
ingorde ed insaziabili a succhiare
acqua e vita.
Lo voglio di corteccia pregiata
di mogano scuro
utile e costoso.
Non voglio croci,
non voglio lastricati segnati da lettere e numeri
non voglio sudari e lacrime ai miei piedi.
Voglio solo mani protese a raccogliere i frutti del mio albero
voglio bocche ingorde a gustare le polpe zuccherine
e a mordere con decisione il mio ricordo.
Voglio essere albero.
Fammi rinascere albero o Spirito della Madre Terra.
Voglio essere albero.
Fammi rinascere albero o Spirito Divino.
Lascia che la polvere misera del mio putrefatto corpo
ritorni sotto forma di albero.
Lo voglio robusto e forte
in mezzo alla prateria
di un mondo piano e verde.
Lo voglio con la testa alta e fiera
dove i capelli dei rami possano fluttuare al vento
e colorarsi di foglie e fiori e frutti.
Lo voglio con i piedi saldi
e le radici delle dita ben piantate al suolo
ingorde ed insaziabili a succhiare
acqua e vita.
Lo voglio di corteccia pregiata
di mogano scuro
utile e costoso.
Non voglio croci,
non voglio lastricati segnati da lettere e numeri
non voglio sudari e lacrime ai miei piedi.
Voglio solo mani protese a raccogliere i frutti del mio albero
voglio bocche ingorde a gustare le polpe zuccherine
e a mordere con decisione il mio ricordo.
Voglio essere albero.
Fammi rinascere albero o Spirito della Madre Terra.
lunedì 15 settembre 2008
Ombre Metafisiche
Ombre Metafisiche
Le vedi arrivare, di buonora all’alba,
quando il Sole s’appresta a liberare i suoi primi bagliori.
E queste, ancora indecise e tentennanti,
vagano nel buio
nel tentativo di farsi largo, un minimo di strada.
Sono loro
le ancelle della notte che non è più notte,
del giorno che non è ancora giorno.
Sono le ombre delle nostre anime
che si apprestano a rientrare
nei nostri corpi dormienti.
Le abbiamo lasciate un attimo libere a vagare
in quel mondo a noi umani negato,
là dove tutto è sicuramente chiaro
e dove non è concesso entrare.
E, come ballerine leggiadre e fluenti
danzano su note armoniose e sconosciute
anche al musico più esperto.
Invitanti ti suadono e ti ammaliano come sirene.
E tu novello Ulisse
le brami e le temi.
Cosa possono portarti in dono
e dove possono portarti?
Forse ad attraversare quel confine sottile
dell’umana esistenza.
Condanna.
E così legati dai fili dell’obbligo vivere
ogni giorno le lasci entrare
pronti alla futura tortura
del dì che andrà a venire
gaudenti della loro visione
furtiva e fugace
nell’apparir a noi in sogno.
sabato 6 settembre 2008
Alcune poesie di Mery
Capri
Sirena ti chiama
nocchiere
di un legno
su acque a vagare
luce riluce
su specchi a riflesso
colpiti da fuochi
di raggi ustionanti
fulmini accesi da un Giove preciso
Grotte echeggiano
odi e riverberi
suoni e fiati
d’argenteo metallo
flauti a stordire
assenzio ad inebriare
ambrosia a bramare
Sirena ti chiama
naufrago
di un regno lontano
Itaca ti aspetta
Capri ti accoglie
e tu conscio del tuo destino
ti lasci cullare
nella baia
di un sogno
che ha braccia di pietra
calcari antichi
in un mare Nettuno
che vuole solo
compiere un destino
quello di un naufrago
che ha lidi a cercare
strade a vagare
in un mare lontano.
Sirena ti chiama
nocchiere
di un legno
su acque a vagare
luce riluce
su specchi a riflesso
colpiti da fuochi
di raggi ustionanti
fulmini accesi da un Giove preciso
Grotte echeggiano
odi e riverberi
suoni e fiati
d’argenteo metallo
flauti a stordire
assenzio ad inebriare
ambrosia a bramare
Sirena ti chiama
naufrago
di un regno lontano
Itaca ti aspetta
Capri ti accoglie
e tu conscio del tuo destino
ti lasci cullare
nella baia
di un sogno
che ha braccia di pietra
calcari antichi
in un mare Nettuno
che vuole solo
compiere un destino
quello di un naufrago
che ha lidi a cercare
strade a vagare
in un mare lontano.
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Rugiada
Goccia cade
colpisce la pagina
di una liscia verde foglia …
rumore tonfo schiaffo
preciso istante
si dilata come liquido
espanso in una superficie
a stagno
cerchi concentrici
descrivono un pentagramma
di cristalli infranti
innaturali ultrasuoni
impercettibili
invisibili …
disegni si compongono
in quella pagina
rivoli a scendere
a umettare a marchiare
in tatuaggi strani
a scrivere linee
geroglifici
e noi illusi a cercare di decifrare
segni e segnali
e osservare il lavoro della rugiada
opera di un dio crudele
che mostra parco i suoi segni
che hanno vita effimera
in una durata minima
subito a cancellare
prima che illusione di perfezione
ci prenda la mano …
rugiada di un mattino
quello di un giorno
da vivere.
colpisce la pagina
di una liscia verde foglia …
rumore tonfo schiaffo
preciso istante
si dilata come liquido
espanso in una superficie
a stagno
cerchi concentrici
descrivono un pentagramma
di cristalli infranti
innaturali ultrasuoni
impercettibili
invisibili …
disegni si compongono
in quella pagina
rivoli a scendere
a umettare a marchiare
in tatuaggi strani
a scrivere linee
geroglifici
e noi illusi a cercare di decifrare
segni e segnali
e osservare il lavoro della rugiada
opera di un dio crudele
che mostra parco i suoi segni
che hanno vita effimera
in una durata minima
subito a cancellare
prima che illusione di perfezione
ci prenda la mano …
rugiada di un mattino
quello di un giorno
da vivere.
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Della Creazione e dintorni
E’ giunto il tempo dell’Uomo
E’ giunto il tempo dell’Uomo
Fuori dal ventre della montagna,
fuori dal centro della Terra,
l’Uomo avanza e si fa largo
in un mondo che scorre ai suoi piedi
in un mondo da dominare.
Genesi
L’uomo uscì dal centro della Terra
per controllare l’Ordine
per udire il suono della Terra Madre
per constatare il Potere che lo aveva generato.
Vide le Stelle che rotolavano nel cielo
come le onde nel mare
e che danzavano all’unisono
in Fasi ritmiche e perfette
e decise di comprendere
e decise di capire
Invenzioni
E l’Uomo inventò l’ Idea
e l’Uomo inventò la Filosofia
e l’Uomo inventò la Fede
per poi ammettere finalmente che
il Potere non conosce il Tempo
il Potere non conosce lo Spazio
il Potere è come il Vento,
arriva inaspettato a sconvolgere l’Ordine,
il Potere è un Tutto compiuto
il Potere fa sì che le Cose avvengano
il Potere cambia le Cose
il Potere è in ogni Cosa
il Potere è in ogni Essere
Non ci sono limiti per il Potere
Il Potere annienta l’Uomo
in un attimo.
E’ giunto il tempo dell’Uomo.
E’ giunto il tempo dell’Uomo.
Invenzione!
E’ giunto il tempo dell’Uomo
E’ giunto il tempo dell’Uomo
Fuori dal ventre della montagna,
fuori dal centro della Terra,
l’Uomo avanza e si fa largo
in un mondo che scorre ai suoi piedi
in un mondo da dominare.
Genesi
L’uomo uscì dal centro della Terra
per controllare l’Ordine
per udire il suono della Terra Madre
per constatare il Potere che lo aveva generato.
Vide le Stelle che rotolavano nel cielo
come le onde nel mare
e che danzavano all’unisono
in Fasi ritmiche e perfette
e decise di comprendere
e decise di capire
Invenzioni
E l’Uomo inventò l’ Idea
e l’Uomo inventò la Filosofia
e l’Uomo inventò la Fede
per poi ammettere finalmente che
il Potere non conosce il Tempo
il Potere non conosce lo Spazio
il Potere è come il Vento,
arriva inaspettato a sconvolgere l’Ordine,
il Potere è un Tutto compiuto
il Potere fa sì che le Cose avvengano
il Potere cambia le Cose
il Potere è in ogni Cosa
il Potere è in ogni Essere
Non ci sono limiti per il Potere
Il Potere annienta l’Uomo
in un attimo.
E’ giunto il tempo dell’Uomo.
E’ giunto il tempo dell’Uomo.
Invenzione!
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Serpenti i ricordi in una testa
a cespo d’acanto
iena a riso beffardo
in una bocca avvezza al diniego
leone a cuore impavido
nell’affrontare a coraggio il giorno
gazzella a gambe sottili e veloci
a fuggire a predatori
di carne da strappare a morsi
dalle ossa di uno scheletro immondo
scimmia a braccia
ad annaspare tra i rami folti
delle foreste dei pensieri
Minotauro sono
bestia malefica e impura
mordo strappo a denti
la polpa della vita
nell’illusione
di nutrire a sangue e a linfa
vene che sono le mie strade
organi che sono i miei alberghi
apparati che sono le mie città
da visitare
da conoscere
da perlustrare
E’ uno zoo la mia mente
è una ridda di voci e di suoni
incomprensibili
è una babele di gesti e di figure
inaccessibili
Uomo nacqui
animale sono
bestia muoio.
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a cespo d’acanto
iena a riso beffardo
in una bocca avvezza al diniego
leone a cuore impavido
nell’affrontare a coraggio il giorno
gazzella a gambe sottili e veloci
a fuggire a predatori
di carne da strappare a morsi
dalle ossa di uno scheletro immondo
scimmia a braccia
ad annaspare tra i rami folti
delle foreste dei pensieri
Minotauro sono
bestia malefica e impura
mordo strappo a denti
la polpa della vita
nell’illusione
di nutrire a sangue e a linfa
vene che sono le mie strade
organi che sono i miei alberghi
apparati che sono le mie città
da visitare
da conoscere
da perlustrare
E’ uno zoo la mia mente
è una ridda di voci e di suoni
incomprensibili
è una babele di gesti e di figure
inaccessibili
Uomo nacqui
animale sono
bestia muoio.
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Sciara del fuoco
lava
infuocata
scendi
conquisti
il mare
a fumo
nero
a luce rossa
illumini
un fianco
inquieti
le rocce
nere
le trafiggi
le bruci
tu sei
la brace infuocata
che scende
sul mio petto
e lo trafigge
a marchio
a segno
a meraviglia
a stupore
lava
infuocata
scendi
conquisti
il mare
a fumo
nero
a luce rossa
illumini
un fianco
inquieti
le rocce
nere
le trafiggi
le bruci
tu sei
la brace infuocata
che scende
sul mio petto
e lo trafigge
a marchio
a segno
a meraviglia
a stupore
__________________________________________________________________
El trabajo de los sueños
Quando le onde dei tuoi capelli
lasciano l’impronta
sul tuo cuscino
a testimone del lavoro
dei tuoi sogni
il mio pensiero deraglia
sulle scie dell’alba
di una Taormina altera
che dall’alto della rupe
padrona del suo mare impera
A sciame in un sogno ipnotico
corrono i fili delle memorie antiche
quando in un teatro
la tragedia si faceva vita
e i canti si facevano odi
Ora lavorano i sogni
a catena continua
in un montaggio
che ha mani esperte
guidati dagli alfabeti
dei ricordi
in una luce che conosce
il riverbero del sole
sullo specchio di un mare
che ha vissuto
i tempi dei nostri sogni
e il loro dolce lavoro.
lasciano l’impronta
sul tuo cuscino
a testimone del lavoro
dei tuoi sogni
il mio pensiero deraglia
sulle scie dell’alba
di una Taormina altera
che dall’alto della rupe
padrona del suo mare impera
A sciame in un sogno ipnotico
corrono i fili delle memorie antiche
quando in un teatro
la tragedia si faceva vita
e i canti si facevano odi
Ora lavorano i sogni
a catena continua
in un montaggio
che ha mani esperte
guidati dagli alfabeti
dei ricordi
in una luce che conosce
il riverbero del sole
sullo specchio di un mare
che ha vissuto
i tempi dei nostri sogni
e il loro dolce lavoro.
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